chiese provincia sulcis-iglesiente
SANTA MARIA DI FLUMENTEPIDO
S. Marie de flumine Tepidus è menzionata sin dal 1066, in quanto oggetto di una donazione da parte del giudice cagliaritano Torchitorio, in favore dell’Ordine monastico Cassinese, che avrebbe dovuto impiantarvi un proprio centro spirituale, mai portato a compimento, perché ostacolato da più parti. Ancora documentata nel 1159, come appartenente al medesimo Ordine, risulta nel 1218, inclusa tra i beni donati dal pontefice Onorio III alla diocesi sulcitana, mentre nel 1236 è di pertinenza dei Cistercensi, che vi costruirono un monastero, i cui resti rimasero visibili almeno sino all’Ottocento, segnalati anche da Vittorio Angius. Un curioso aneddoto, successe in occasione della visita pastorale dell’arcivescovo Natta, che nel pomeriggio del 6 maggio 1761, non ebbe la possibilità di ispezionarla, “perché non vi era la chiave”
Il toponimo Flumentepido, conservato sino ad oggi, testimonia la presenza di un antico villaggio giudicale, ben documentato nel Trecento, periodo in cui verso la fine del secolo o agli inizi di quello successivo, si dovette spopolare a causa delle interminabili lotte per il possesso della Sardegna, che furono inoltre causa di carestie e pestilenze. La chiesetta, composta da blocchi di pietra locale, provenienti in parte da preesistenti strutture, dopo l’ultimo recente restauro, è stata dichiarata bene di interesse culturale, considerata la sua lunghissima storia. È un piccolo edificio privo di decorazioni, con copertura a capanna e soffitto ligneo sostenuto da capriate; sul frontale si ergeva un campaniletto a vela e un tempo vi era un loggiato, le cui possenti colonne si trovano ancora in situ. L’interno è illuminato solamente da due strette monofore speculari e nella parete di fondo si apre la nicchia che ospitava il simulacro, ora custodito nella vicina cappella di Sant’Antonio, insieme all’acquasantiera
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La festa
Attualmente non se ne svolge
Come si raggiunge
Dalla frazione di Flumentepido, procedere in direzione Portoscuso e percorsi poco più di 300 metri, imboccare una stradina sterrata sulla destra; proseguire paralleli alla strada asfaltata per 100 metri e svoltare a destra procedendo all’interno di un boschetto di eucalipti e da qui, per ulteriori 500 metri, sino alla cima della collinetta
Per saperne di più
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