SANTA BARBARA

Popolarmente nota come Santa Barbara di Noi Noi, viene definita inoltre Santa Barbara di Innoviu, dalla villa medioevale alla quale apparteneva. L'edificio, in forte stato di degrado, è di modeste dimensioni, mt. 5,80 X 13,40 esclusa l'abside semicircolare orientata a sud est. In origine doveva essere più corta ed è stata allungata in un tempo cronologicamente breve, nel suo sviluppo longitudinale. Nella facciata sono presenti due file parallele di mattoni che la dividono in due ordini; in quello inferiore, delimitato da due paraste angolari modanate superiormente, è presente un portale attualmente murato archivoltato e privo di architrave, mentre l'ordine superiore è movimentato da una serie di archetti rampanti a tutto sesto con doppia ghiera, che seguono la pendenza del tetto. Gli archetti poggiano su peducci sagomati a foglie nervate, con gli alloggiamenti per i bacini ceramici. Il campanile è a vela, archivoltato e con ampia luce, probabilmente successivo al primo impianto. Sul fianco sinistro, nei pressi dell'abside, si apre un piccolo portale a tutto sesto poggiato su mensole decorate che porta incisa una iscrizione che testimonia i lavori di ampliamento dell'edificio fatti realizzare dall' "operaius Spessus" in un periodo compreso tra il nono e l'ultimo decennio del XIII secolo.
Archetti pensili ornano tutti i prospetti del piccolo edificio e nei piccoli campi delle arcatelle sono presenti gli alloggiamenti per bacini ceramici. La pratica di inserire bacini ceramici si diffuse anche in Sardegna tra l'XI ed il XII secolo e la chiesa di Santa Barbara, con i sui 48 bacini, probabilmente di produzione ligure e purtroppo nella quasi totalità dispersi, era una delle più ricche dell'isola; qualcuno seppur in pessime condizioni, è ancora visibile. Nel frontone posteriore vi è una piccola croce murata.
L'interno, molto armonico nella sua semplicità, rivela tracce di intonaco dipinto, ha il piano di calpestio più basso rispetto a quello di campagna ed una nicchia ogivale è praticata nella parete a settentrione. Sul lato sinistro una nicchia a sesto acuto e due aperture strombate internamente, presenti anche sulla parete a destra. Resti di un'edicola in prossimità dell'abside dove è presente una monofora a tutto sesto con doppia strombatura. Sono inoltre presenti sui lati, i resti di sedili in pietra successivi all'impianto del tempio

Scheda a cura di Costantino Dettori, appassionato di storia medievale e con un contributo di Giuseppe Piras,  specialista in epigrafi medievali

TROVI LA SCHEDA COMPLETA, A CURA DI CHIESECAMPESTRI.IT, NELLA GUIDA ALLE CHIESE CAMPESTRI MEDIOEVALI DELLA SARDEGNA, VOLUME II - ordinala qui

Come si raggiunge
Da Sassari percorrere la S.S.131, lungo la carreggiata verso Cagliari; dopo il semaforo alla fine dell'abitato di Li Punti si trova un oliveto: il terzo cancello in ferro con il muro attiguo in parte crollato, all'altezza del km 214.IV, immette nell'area dove è presente anche la chiesa campestre di Sant'Antonio

Per saperne di più
villaggi scomparsi (innoviu)  -  sardegna cultura   -